L’efficacia in terapia
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L’efficacia in terapia

Cosa rende efficace una terapia?

Ho riflettuto molto a riguardo. Molti psicologi e psicoterapeuti associano l’efficacia di una terapia alle tecniche utilizzate, all’orientamento del terapeuta, alle qualità del terapeuta o alla relazione terapeutica. C’è sempre un fattore prioritario, che albeggia rispetto agli altri e che sembra assumere la responsabilità di tale efficacia.

Secondo me invece la realtà non è questa. La terapia è influenzata da diversi fattori e la sua efficacia dipende da tutte le variabili in gioco. Probabilmente ci sarà qualche elemento che influisce maggiormente sull’esito positivo della terapia rispetto ad altri, ma ho compreso come siano comunque tutti essenziali nel rendere la terapia, appunto, efficace.

Innanzitutto dobbiamo distinguere 3 grandi elementi: il terapeuta, il paziente e la relazione terapeutica. Il modo d’essere del terapeuta, il modo d’essere del paziente e la tipologia di relazione che si instaura tra essi influiscono positivamente o negativamente sull’efficacia del percorso terapeutico.

 

Il terapeuta deve SAPERE, SAPER ESSERE e SAPER FARE:

1- SAPERE: il terapeuta deve conoscere il modello teorico su cui fonda la sua pratica terapeutica, deve formarsi adeguatamente sulle tecniche e pratiche per il trattamento dei vari disturbi, e soprattutto deve mantenersi aggiornato sullo sviluppo di tecniche più efficaci. Tutto ciò per essere competente.

2- SAPER FARE: deve saper distinguere il proprio modo di leggere la realtà da quello del paziente, saper ascoltare in modo attivo ed empatizzare con la sofferenza del paziente…

3- SAPER ESSERE: il terapeuta deve avere fiducia in se stesso e nelle proprie capacità, ma deve anche saper mettersi in discussione. Deve essere empatico, interessato realmente al vissuto del paziente, curioso, comprensivo, non giudicante e imparziale.

 

Il paziente deve invece essere motivato al cambiamento. Il primo passo per poter cambiare le cose è accettare di mettere in discussione in primis se stessi. Si parla di affrontare il proprio disagio e comprendere cosa non va del proprio modo di interpretare gli eventi/ situazioni e del proprio comportamento, in risposta agli stimoli ambientali.

Tendiamo ad incolpare gli altri del nostro malessere, ma molto spesso il nostro disagio è condizionato anche dal nostro modo di interpretare le situazioni e dalle nostre reazioni disfunzionali, che contribuiscono a peggiorare la situazione.

 

Per quanto riguarda la relazione terapeutica invece, è importante che tra paziente e terapeuta ci sia un rapporto positivo, basato sulla alleanza, fiducia e collaborazione. Infatti terapeuta e paziente lavorano insieme per raggiungere un obiettivo comune: il benessere del paziente.

 

Questi tre fattori sono essenziali per la buona riuscita di una terapia. Infatti un terapeuta può anche essere empatico, ascoltare attivamente l’altro e avere una buona conoscenza della sintomatologia, ma se non conosce le tecniche per trattare il problema, potrà solamente aiutare il paziente a divenire consapevole della natura del disagio e supportarlo emotivamente; non lo aiuterà a risolvere la causa del suo problema.

Così come un terapeuta può avere una buona formazione teorica e pratica, ma non essere empatico, non essere interessato al vissuto del paziente, non essere in grado di ascoltarlo attivamente, e ciò comporterebbe un ostacolo non irrilevante, in quanto il paziente non si sentirà mai capito, mai compreso, mai accolto davvero.

Il terapeuta potrebbe anche sapere, saper essere e saper fare, ma se il paziente non è motivato al cambiamento, a mettersi in gioco, a mettersi in discussione, il miglioramento non è possibile. Il percorso terapeutico sembrerebbe una partita di calcio dove il terapeuta gioca da solo in attacco per raggiungere la meta, senza alcun aiuto per contrastare gli avversari.

Allo stesso modo, il terapeuta potrebbe anche essere adeguato e il paziente potrebbe essere motivato al cambiamento, ma in assenza di una buona relazione terapeutica il percorso non sarà efficace. Perchè? Come ogni scambio relazionale, anche il rapporto professionale tra terapeuta e paziente è una relazione, e come ogni relazione è importante che le persone che si rapportano tra loro si “piacciano”.

E’ importante che il paziente si senta di potersi affidare al terapeuta, si senta compreso e accolto e adeguatamente supportato, in modo da potersi aprire e esplicitare anche contenuti personali di una certa rilevanza per se stesso. Così come è fondamentale che il terapeuta provi reale empatia e interesse per il paziente, creando così un rapporto di alleanza, fiducia e collaborazione reciproca.