Il Sé Ideale
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Il Sé Ideale

Tutti noi abbiamo un Sé reale e un Sé ideale.

Il Sé reale è sostanzialmente chi siamo o meglio chi pensiamo di essere. Il Sé ideale è invece chi vorremmo essere, la versione di noi stessi a cui aspiriamo.

Questa distinzione è stata ideata e introdotta dallo psicologo statunitense Carl Rogers, sostenendo che questi due Sè possono essere tra loro più o meno congruenti. La congruenza tra l’immagine di sè e quella ideale permetterebbe alla persona di sentirsi autorealizzata, ossia di provare senso di soddisfazione personale.

Il Sé ideale è molto importante per un individuo, perché gli permette di essere ambizioso, di mettersi in discussione, di mettersi in gioco e puntare ad essere migliore caratterialmente oppure più competente (acquisire ulteriori abilità).

Per farvi degli esempi, il mio Sé ideale è essere una psicoterapeuta competente ed efficace, in grado di aiutare le persone a superare il loro disagio. Ma potrebbe essere qualsiasi altra cosa: potrebbe essere una versione di Micaela con una macchina sportiva, una villa come casa di proprietà e un bel conto in banca; una versione di Micaela in grado di recitare su un palcoscenico davanti a moltissime persone o di scrivere e pubblicare un libro apprezzato da un vasto pubblico; una versione di Micaela più abile a raccontare le barzellette e a non ridere prima ancora di averle raccontate…

Il Sè ideale è in sostanza una spinta al cambiamento e allo sviluppo personale, e lo è solo se rappresenta una visione di sè realistica e soprattutto realizzabile.

Purtroppo però il Sé ideale può essere o può diventare un problema per l’individuo se:

-è una immagine del sè poco ambiziosa, che non richiede una vera spinta all’azione;

– prevede alti standard pressoché irrealistici e irraggiungibili. La persona vivrebbe una vita alla eterna ricerca della realizzazione di una versione di sé migliore di quella reale, alla ricerca di un sé PERFETTO.

Questo ideale, sia in un senso che nell’altro, condizionerebbe negativamente la vita dell’individuo, influenzando il proprio modo di pensare, il proprio modo di vivere emotivamente gli eventi e il proprio modo di agire/reagire:

  • La persona dedicherebbe tutte le sue forze ed energie cognitive ed emotive nel tentativo di essere quel Sè ideale perfetto, per definizione, irrealizzabile e irraggiungibile, oppure non sarebbe motivata abbastanza a mettersi in gioco, a migliorarsi.
  • La vita sarebbe sempre insoddisfacente e la propria immagine di sè non sarebbe mai abbastanza, generando frustrazione, angoscia e impotenza.
  • Nelle relazioni con gli altri l’individuo penserebbe di non essere abbastanza, di non essere importante, di non essere amabile così come è, di non valere, contrariamente alla realtà dei fatti. Questo condizionerebbe negativamente le relazioni con gli altri, attivando delle dinamiche di gelosia, invidia, dipendenza, paura dell’abbandono, violenza personale.
  • Il mancato raggiungimento del proprio scopo personale potrebbe generare stati di tristezza o sviluppare vissuti di ansia e depressione.

Pertanto, vorrei dirti che:

-sei unico e irripetibile così come sei, non esiste un’altra persona che sia uguale a te

-sei speciale a modo tuo

-è bello aspirare ad una crescita personale o ad un cambiamento positivo

-è positivo cercare di essere la versione migliore di se stessi, ma assicurati che ciò che desideri per te stesso sia realizzabile nel breve tempo e che non preveda uno standard troppo elevato

– standard elevati richiedono tante energie e possono frustrare molto

– la perfezione non esiste, non è una caratteristica dell’essere umano

vai bene così come sei!