Il kintsugi del narcisista
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Il kintsugi del narcisista

Considerati i recenti fatti di cronaca e i continui riferimenti alla personalità narcisistica, ho pensato che poteva essere utile ed interessante presentare la figura del narcisista. Spesso e volentieri viene associato al profilo di un serial killer, di un assassino o potenziale criminale, come se l’essere narcisista fosse la conditio sine qua non della identità criminale.

Partiamo dal presupposto che chiunque può commettere un reato o un crimine, posto nelle “giuste” condizioni…questo per dire che non serve essere necessariamente un/una narcisista per farlo così come non necessariamente una persona narcisista commetterà un reato.

Con questo articolo cercherò di rispondere a queste domande:

  • cosa è il narcisismo
  • che caratteristiche ha
  • come si sviluppa
  • come riconosco un/una narcisista
  • cosa posso fare se sono un narcisista o conosco un narcisista

Cosa è il narcisismo?

Il narcisismo o personalità narcisistica è un disturbo di personalità/ stile di personalità patologico.

Tutti noi abbiamo una personalità che può essere caratterizzata da diversi tratti di personalità, che ci rendono quello che siamo, che influenzano come interpretiamo la realtà, come ci relazioniamo con gli altri e gli obiettivi che ci poniamo nella vita.

Lo stile di personalità è definito disturbo nel momento in cui il nostro modo di interpretare la realtà, di dare significato agli eventi, di reagire ad essi non cambia a seconda del contesto che viviamo (è pervasivo), ma rimane invariato (stabile) nel tempo. Ciò significa che mi comporto nello stesso modo con gli amici, con i familiari, con gli estranei, al lavoro, a casa, davanti alle autorità…Questo comporta problemi nelle varie aree di vita, soprattutto in quella relazionale/sociale (relazioni affettive, amicali, familiari, lavorative).

Purtroppo una persona con disturbo di personalità non si rende conto che il suo modo di leggere la realtà e di comportarsi è “problematico” e tende a giustificarsi con la frase “Ma io sono così”, “è il mio carattere” etc, di conseguenza incolpa gli altri della sua sofferenza.

Il disturbo di personalità narcisistico è presente nell’1% della popolazione e per il 50-75% nella popolazione maschile; questo significa che anche una donna può avere un disturbo narcisistico di personalità.

 

Che caratteristiche ha?

Il disturbo narcisistico di personalità è caratterizzato da un senso di grandiosità, necessità di ammirazione e mancanza di empatia. 

Il narcisista si percepisce come estremamente importante, “speciale“, superiore agli altri per bellezza, intelletto, potere o fascino. Gli altri non possono reggere il confronto e spesso sono visti con disprezzo. Ritiene di far parte di una “elite”, frequenta solo persone dello stesso rango (o che crede siano dello stesso status quo) o individui che può sfruttare per ottenere qualcosa.

Proprio perché si ritiene superiore, esige dall’altro ammirazione e crede di poter avere trattamenti di favore o di vedere soddisfatte le sue richieste (senso di diritto); è convinto che le normali regole, norme e leggi non debbano valere per lui/lei.

E’ spesso invidioso degli altri, quando ottengono un successo che riteneva suo di diritto (una promozione, il punteggio più alto ad un esame/ gara, la vittoria..), oppure è convinto che gli altri siano invidiosi di lui, quando non lo ammirano come dovrebbero o non gli concedono di raggiungere il successo.

Entra in relazione con gli altri non per reale interesse negli altri, ma esclusivamente per trarre un profitto o giovamento, come per esempio l’ammirazione altrui. Difficilmente crea relazioni realmente profonde e intime, nelle quali si mette realmente in gioco e mostra realmente chi è davvero; al contrario le relazioni sono superficiali o, se amorose, basate su una fantasia di amore ideale.

Il/la narcisista ha un deficit di empatia, ossia non è in grado di riconoscere i sentimenti degli altri o di identificarsi con essi. Insomma, non riesce a mettersi nei panni degli altri e provare empatia, compassione per l’altro. Può però mostrare sintonia per le reazioni degli altri, se sono di suo interesse.

Una persona con tale disturbo presenta una autostima instabile, ossia non ha una stima di sé stabile e soprattutto positiva, ma la definizione di sé dipende dalle attenzioni e ammirazioni degli altri e dai successi ottenuti nella vita. Per questo motivo ha bisogno di eccellere, di vincere, di raggiungere il successo per percepirsi come una persona di valore.

Indossa una maschera grandiosa per colmare il senso di scarso valore, di vulnerabilità e solitudine profonda. E’ come se il narcisista avesse fatto un kintsugi di se stesso, incollando parti della sua identità e abbellendole con oro per darsi un valore personale.

 

Come si sviluppa?

Secondo la teoria bio-psico-sociale, un disturbo di personalità è determinato da un fattore biologico-genetico e da un fattore sociale-emotivo. In sostanza, affinché si sviluppi un disturbo di personalità l’individuo deve essere predisposto biologicamente e vivere esperienze infantili negative.

Nel caso specifico del/della narcisista, è emerso il ruolo chiave di due contesti sociali invalidanti:

1- i genitori/ caregivers trasmettono al bambino la convinzione che sia superiore, premiando solo qualità e risultati che garantiscono il successo. Il bambino viene visto e considerato solamente se è bravo, vincitore, di successo. Il bambino sentirà di avere un valore nella misura in cui porterà a casa ottimi risultati, grandi successi e ricoprendo posizioni di prestigio o potere;

2- l’ambiente familiare non è stato in grado di fornire attenzioni e cure al bambino, di riconoscere adeguatamente le emozioni del bambino, di nominarle e di regolarle, così come non è stato in grado di sostenere l’autostima, i bisogni, i desideri del piccolo. Il bambino si ritrova a vivere in un contesto privo di attenzioni, con difficoltà a riconoscere le proprie e altrui emozioni e incapacità di regolarle in modo adeguato. L’autostima è così condizionata da un fattore esterno, ossia l’ammirazione/ approvazione di un altro individuo.

 

Per altri autori, i fattori ambientali possono essere altri:

  • un ambiente iperprotettivo che mina la fiducia del bambino sulle proprie capacità, facendolo sentire incapace, inferiore e fragile e di dover indossare una maschera per sentirsi adeguato;
  • un ambiente permissivo e indulgente che fa credere al bambino di essere superiore alle regole;
  • un clima familiare di offese e umiliazioni che obbliga il piccolo a sviluppare un senso di sé grandioso per contrastare una idea di sé come fallito, incompetente, inferiore

 

Come riconosco un/una narcisista?

Non è difficile riconoscere una persona con disturbo narcisistico di personalità.

  • Mostra un atteggiamento arrogante e presuntuoso, o al contrario timido e introverso, sensibile.
  • Indossa la veste della superiorità, del “valgo solo io, tu non sei niente”; è sicuro di sé in apparenza. Può esprimere superiorità apertamente oppure crederlo senza dichiararlo. Ti fa credere di essere il migliore, che sia un onore poterlo frequentare/ essere suo partner/ relazionarsi con lui/lei.
  • Si vanta delle proprie capacità, dei propri successi, delle proprie imprese per ottenere l’ammirazione dell’altro.
  • Frequenta persone che lo elogiano o stimano, o persone appartenenti ad una sorta di élite.
  • E’ molto competitivo e l’obiettivo è vincere assolutamente; il fallimento non è contemplato.
  •  Si lamenta degli altri, del fatto che ostacolano i suoi obiettivi, o li incolpa del suo malessere.
  • Si aspetta dei trattamenti speciali, perché per lui/lei le regole comuni non valgono.
  • Non mostra i propri reali sentimenti agli altri, per non sentirsi vulnerabile; la relazione amorosa e amicale con lui/lei non è mai profonda o autentica.
  • Non riconosce che i suoi comportamenti sono problematici e causano malessere a chi gli sta intorno; sono sempre gli altri a non capirlo/a, ad averlo portato ad agire in quel modo sbagliato.
  • E’ sensibile al rifiuto/ disapprovazione, alle critiche o colpevolizzazioni, al fallimento.
  • E’ egoista e egocentrico. Tutto è autoriferito e ogni azione è volta a soddisfare i suoi personali bisogni. Potrebbe essere manipolatorio e convincere gli altri a fare ciò che desidera, facendoli sentire in colpa.

 

Cosa posso fare se sono un narcisista o conosco un narcisista?

Una persona con disturbo di personalità difficilmente percepirà il suo stile personologico come problematico. Spesso si cerca la causa del proprio malessere nelle situazioni o negli altri, ma non viene messo in discussione il proprio modo di pensare, interpretare la realtà e relazionarsi.

Questo spiega perché un individuo con un disturbo di personalità giunge in terapia per altri disturbi psicologici quali disturbi d’ansia, panico, depressione, abuso di sostanze, problemi relazionali con persone importanti…

Se leggendo questo articolo, ti è venuto il dubbio di poter essere un narcisista, non ti allarmare! La consapevolezza è il primo passo per un cambiamento positivo. Esistono percorsi terapeutici efficaci per il miglioramento dello stile personologico, o meglio per la messa in discussione del proprio modo di leggere la realtà, del proprio modo di reagire alle varie situazioni e di relazionarsi con gli altri, insegnando anche strategie di fronteggiamento delle avversità più funzionali e abilità di gestione delle relazioni interpersonali.

Affidati dunque ad un bravo terapeuta, accetta di metterti in gioco e sii motivato/a al cambiamento positivo; la tua vita andrà meglio e percepirai benessere psicologico-emotivo.

In fondo sarebbe così bello se permettessi agli altri di vedere chi sei veramente, di apprezzare le tue doti, ma anche i tuoi difetti che ti rendono unico e irripetibile, come lo sono gli altri. Potresti scoprire realmente cosa ti piace e cosa non ti piace, senza che tutto sia una gara o una sfida. E sarebbe ancora più bello se potessi dire a te stesso “io vado bene e valgo, così come sono“.

 

Se invece conosci qualcuno a te caro che possa essere un narcisista e che il suo modo di comportarsi ti crea estrema sofferenza, potrebbe essere utile avere con lui/lei un confronto. Descrivere all’altro ciò che ci ferisce in termini oggettivi ed emotivi, potrebbe aiutare l’altra persona ad avere una idea del tuo punto di vista e del tuo vissuto emotivo.

ex. quando ti comporti così (esplicitare il comportamento in termini specifici), provo (esplicitare l’emozione: rabbia- tristezza- ansia- paura-angoscia-delusione…) perché penso di non essere importante per te/ di non valere/ di aver commesso un errore/ di non essere abbastanza per te.… Preferirei che tu non facessi così, ma che (dichiarare il comportamento desiderato in termini specifici, non vaghi). Questo mi farebbe sentire bene/ amato/ meno preoccupato/ sereno… ed eviterei di arrabbiarmi/di preoccuparmi/ di aver paura di te…

Ciò non significa però che l’altro necessariamente sarà disposto ad ascoltare, comprendere e accogliere il tuo malessere.

Puoi sempre consigliare un percorso terapeutico, ma la terapia è un percorso personale volontario che richiede motivazione al cambiamento per poter essere efficace e portare a dei veri risultati. Possiamo dunque consigliare, senza pretendere che l’altro faccia ciò che vogliamo.

 

PS. ricordiamoci che il/la narcisista indossa una maschera grandiosa e richiede eccessiva ammirazione/ riconoscimento del suo valore per poter colmare una autostima fragile e negativa, dominata da un senso di vulnerabilità e profonda solitudine. Dietro l’arroganza e presunzione c’è una profonda sofferenza. Questo NON giustifica i comportamenti sbagliati, ma ci rende consapevoli del malessere che li influenza.